Baita Messnerjoch – Dolomti – Val d’Ega – inverno 2022 e estate 2022 e 2023

La Baita Messnerjoch, situata a 1930 metri di quota, è situata in posizione bucolica e soleggiata ai piedi del gruppo dolomitico del Catinaccio/Rosengarten; dalla malga si hanno anche belle vedute verso il Latemar, il Corno Bianco/Weisshorn ed il Corno Nero/Schwarzhorn.

La Baita Messnerjoch, nei cui pressi si trova anche un’area gioco per bambini, è solitamente aperta sia in estate che in inverno ed offre molti piatti della cucina tipica sudtirolese; è sempre bene, comunque, informarsi sui periodi di apertura della baita.

Il percorso “classico” raggiunge la Baita Messnerjoch partendo dal Passo Nigra/Nigerpass che mette in comunicazione Nova Levante/Welschnofen e la strada del Passo Costalunga/Karerpass in Val d’Ega/Eggental con la Val di Tires/Tierstarl; il percorso della durata di circa 1 ora, marcato con il numero 1, si svolge su mulattiera sterrata che presenta una pendenza moderata e 250 metri di dislivello e 2 chilometri di sviluppo solo andata (QUI la “pillola” sul Passo Nigra, QUI quella su Nova Levante, QUI la “pillola” sul Passo Costalunga e QUI la “pillola” sulla Val di Tires).

Dalla baita, se non si volesse percorrere lo stesso percorso di salita, volendo, si può scendere un po’ più ripidamente col sentiero 1B verso la Malga Frommeralm.
Il percorso richiede circa mezz’ora di cammino con 200 metri di dislivello in discesa e 1 chilometro e mezzo di sviluppo tra bosco e spazi aperti; il punto di ristoro della Malga Frommeralm è posto lungo la strada del Passo Nigra nei pressi della stazione a monte della cabinovia Laruin 1 proveniente da Nova Levante e della stazione a valle della cabinovia Laurin 2 che porta al Rifugio Fronza alla Coronelle/Kölner Hütte.

Dalla Malga Frommealm è poi possibile tornare al Passo Nigra o in 3 chilometri di cammino in leggera discesa lungo la strada o in autobus (in questo caso è bene controllare in anticipo gli orari dell’autobus).
Partendo dalla Malga Frommeralm è anche possibile salire direttamente a piedi al Rifugio Fronza alle Coronelle (passando anche dalla Baita Messnerjoch); il percorso non presenta particolari difficoltà tecniche ma si trovano alcuni tratti ripidi e 600 metri di dislivello di sola salita (QUI la “pillola” su questo itinerario).

Inoltre, nella stagione invernale, la Baita Messnerjoch è posta lungo le piste del comprensorio Carezza Ski ed è raggiungibile anche a piedi seguendo la mulattiera, solitamente battuta dal gatto delle nevi, Passo Nigra alla baita (QUI la “pillola” sul comprensorio Carezza Ski, e QUI quella sul percorso a piedi invernale per la Baita Messnerjoch).

Al Passo Nigra

Mulattiera di salita alla Baita Messnerjoch con visuali sul gruppo del Catinaccio

Alla Baita Messnerjoch

Vista sul Latemar

Vista su Corno Bianco, Corno Nero ed i bucolici dintorni della baita

Sul sentiero tra la Baita Messnerjoch e la Malga Frommeralm

Malga Frommeralm

Cabinovia Laurin 2

Rifugio Fronza alle Coronelle

Lungo il percorso invernale dal Passo Nigra alla Baita Messnerjoch

Lungo le piste del comprensorio Carezza Ski nell’area della Baita Messnerjoch

Scopriamo QUI altre “pillole” sulla Val d’Ega e il Monte Corno


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DISCLAIMER:

Le attività dell’alpinismo, arrampicata ed escursionismo sono pericolose se effettuate senza preparazione fisica, teorica e senza la adeguata attrezzatura, possono quindi creare danni a se stessi ed alle persone che condividono e sono coinvolte nell’attività.

Chi volesse percorrere gli itinerari descritti è tenuto ad assumere le rituali informazioni necessarie per la sicurezza in loco o presso associazioni escursionistiche della zona, nonchè dotarsi di aggiornata carta topografica e della attrezzatura adatta. Per la difficoltà che presentano le escursioni vi invitiamo a farvi guidare solo ed esclusivamente da Guide esperte ed ufficialmente autorizzate dalle organizzazioni preposte alla certificazione delle stesse.

Declino inoltre ogni responsabilità per gli eventuali errori, inesattezze ed indicazioni riportati nell’articolo e per gli eventuali danni ed incidenti da essi derivanti.

Canederli – ricette tipiche

I canederli (Knödel in tedesco) sono uno dei piatti più tipici ed iconici della cucina dell’Alto Adige/Südtirol e hanno una lunga tradizione come ricetta contadina che sfruttava gli avanzi di cibo di giorni precedenti (a partire dal pane raffermo); oggigiorno troviamo tanti tipi di gusti diversi di canederli, vengono qui descritti i tre principali con: speck, spinaci e formaggio.  

Ingredienti per 10 canederli:

base comune a tutte le varianti, quindi per ottenere tre tipi differenti di canederli, la ricetta va triplicata.

– 250 g pane per canederli
– 250 ml latte
– 2 uova
– erba cipollina a sentimento
– prezzemolo a sentimento

variante allo speck:

– 150 g speck a cubetti o a striscioline

variante agli spinaci:

– 100 g spinaci

variante al formaggio:

– 120 g formaggio Marienberg MILA oppure un formaggio dolce e morbido

per condire:

– burro

per accompagnare:

– cavoli cappucci
– speck a cubetti
– cumino

Procedimento di preparazione:

Cominciate ponendo il pane per canederli in una ciotola capiente per permettervi di mescolarli con più comodità. Ponete il latte in un pentolino e riscaldatelo, senza portarlo a bollore. Versatene 200 g sul pane per canederli, aggiungete 2 uova, prezzemolo ed erba cipollina a vostro gusto personale ed un pizzico di sale.

Per la variante allo speck, ponetelo in una padella e soffriggete per alcuni minuti. Lasciate raffreddare e poi aggiungetelo al composto di pane, latte, uova ed erbe, avendo cura di conservarne qualcuno per dopo, da aggiungere ai cappucci.

Mescolate ora il composto, avendo cura di amalgamare tutti gli ingredienti. Aggiungete poco alla volta i 50 ml di latte avanzato, se ritenete necessario che l’impasto lo richieda. Esso non deve risultare troppo duro e compatto, ma neanche troppo mollo. Formate ora delle palle di 5 cm circa; vi dovrebbero risultare circa 10 canederli.

Per la variante al formaggio, tagliate il formaggio a cubetti e versatelo nell’impasto di pane, latte, uova ed erbe. Mescolate ora il composto, avendo cura di amalgamare tutti gli ingredienti.

Aggiungete poco alla volta i 50 ml di latte avanzato, se ritenete necessario che l’impasto lo richieda. Esso non deve risultare troppo duro e compatto, ma neanche troppo mollo. Formate ora delle palle di 5 cm circa; vi dovrebbero risultare circa 10 canederli.

Per la variante agli spinaci, sbollentate degli spinaci freschi e abbiate cura di strizzarli bene, oppure utilizzate quelli surgelati. Abbiate cura di strizzarli il più possibile. Una volta intiepiditi aggiungeteli all’impasto di pane, latte, uova ed erbe. Mescolate ora il composto, avendo cura di amalgamare tutti gli ingredienti.

Per questa variante basteranno 200 ml di latte, e se il composto dovesse risultare troppo morbido, aggiungete, poco alla volta, del pangrattato, fino a raggiungere una consistenza compatta. Formate ora delle palle di 5 cm circa; vi dovrebbero risultare circa 10 canederli.

Portate ora a bollore una padella di acqua e versate i canederli.

Essi richiederanno dieci minuti di cottura. Con una schiumarola toglieteli dalla padella e adagiateli in un piatto.

Conditeli con abbondante burro fuso, parmigiano ed erba cipollina e accompagnateci un’abbondante ciotola di cappucci, condita con speck e cumino.

Buon appetito!

P.S.: cucinate solo i canederli che intendete mangiare subito. Gli altri possono essere congelati e consumati in un secondo momento.

Ideazione e preparazione della ricetta © Cristina Mapelli
Foto: Pillole sudtirolesi

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Castelliere/Burgstall (2218 m) – Prati di Croda Rossa/Rotwandwiesen – Dolomiti – settembre 2023

Il Castelliere/Burgstall, vetta di 2218 metri di quota, è posta nell’area della Croda Rossa di Sesto/Rotwand nel gruppo delle Dolomiti di Sesto/Sextener Dolomiten; la cima è raggiungibile da diversi punti di partenza, viene qui descritto un itinerario ad anello che parte dal Passo Monte Croce di Comelico/Kreuzbergpass, raggiungibile dalla Val di Sesto/Sextental dall’Alto Adige/Südtirol e dal Comelico in Veneto (QUI la “pillola” sul Passo Monte Croce di Comelico e QUI quella sulla Val di Sesto).

Il percorso dopo aver raggiunto la vetta del Castelliere porta ai Prati di Croda Rossa/Rotwandwiesen (che ospitano due rifugi) per poi tornare al Passo Monte Croce di Comelico con mulattiera nel bosco; il tratto di salita e discesa dalla vetta presentano diversi passaggi sassosi ripidi che richiedono piedi fermo (QUI la “pillola” sul comprensorio della Croda Rossa, che comprende anche i Prati di Croda Rossa, raggiungibile anche in cabinovia dai Bagni di Moso/Bad Moos).

Dal tracciato si godono anche bellissimi panorami sulle Dolomiti di Sesto e le Alpi Carniche e si attraversano diversi ambienti sia rocciosi e selvaggi verso la cima, sia pascolivi e boschivi negli altri tratti.

Il percorso comincia dal Passo Monte Croce di Comelico (1636 m), si segue il sentiero numero 15 per il Castelliere salendo dapprima tra prati e poi nel bosco, su traccia ghiaiosa piuttosto ripida, fino a giungere ad una radura.
Seguendo sempre il sentiero 15 a diversi bivi si giunge ad una falesia di arrampicata e ferrate e, continuando su traccia terrosa nel bosco, si sale raggiungendo vecchie strutture militari ed un bivio; si continua, quindi, sempre sul sentiero 15 per il Castelliere.
La traccia ghiaiosa e sassosa procede a mezzacosta in leggeri saliscendi, superato un breve tratto franato, si giunge ad una piccola conca; facendo attenzione a seguire i segni si sale adesso in un canalone ghaioso giungendo ad un bivio.

Seguendo a sinistra il sentiero 15B per il Castelliere si sale su traccia ghiaiosa, con pendenza piuttosto accentuata; il sentiero sale a tornanti dapprima tra rado bosco e poi in terreno aperto; la traccia traversa poi verso destra con pendenza moderata fino ad una sella con cartelli.
Dalla sella si può salire a destra in breve, facendo attenzione ad un tratto franato, alla vicinissima vetta del Castelliere (2218 m, 2.00 ore dalla partenza).

Tornati in breve, con attenzione, alla sella si scende verso i Prati di Croda Rossa, la traccia ghiaiosa scende dapprima in moderata pendenza per poi scendere un ripido canalino su fondo sassoso con anche alcuni gradoni.
Usciti dal canalino la traccia traversa verso sinistra in moderata pendenza giungendo ad incontrare nuovamente il sentiero 15; seguendo sempre per i Prati di Croda Rossa ai diversi bivi si scende su mulattiera tra bosco e pascoli raggiungendo i Prati di Croda Rossa (1925 m, Rifugio Rudi e Rifugio Prati di Croda Rossa, cabinovia che sale da Moso/Moos, 45 minuti dalla vetta del Castelliere, 2.45 ore dalla partenza).

Dai Prati di Croda Rossa si segue adesso il sentiero 18 per il Passo Monte Croce, la traccia procede inizialmente in saliscendi tra terrei aperti e bosco, passando anche nei pressi di diverse sculture in legno; il sentiero porta poi ad un bivio.
Seguendo sempre il sentiero 18 per il Passo Monte Croce si procede in discesa su mulattiera ghiaiosa in moderata pendenza giugendo ad una baita; continuando sulla mulattiera si scende nel bosco fino ad un bivio.

Rimanendo sul sentiero 18 si scende quindi su mulattiera con pendenza un po’ più accentuata giungendo alla strada del Passo Monte Croce di Comelico; seguendo a destra la traccia a lato strada si giunge, quindi, in breve, al Passo Monte Croce di Comelico (1.30 ore dai Prati di Croda Rossa, 4.15 ore dalla partenza).

Percorso: Passo Monte Croce di Comelico – Castelliere – Prati di Croda Rossa – Passo Monte Croce di Comelico

Sentieri: 15 – 15B – 15 – 18

Dislivello: 700 metri in salita e discesa considerati i diversi saliscendi

Tempo di percorrenza: 4.15 ore totali

Quota massima: 2218 m

Difficoltà: EE– percorso che presenta diversi tratti ripidi verso la vetta (soprattutto la discesa è piuttosto tecnica nella prima parte); la deviazione dalla sella sotto la vetta alla cima è molto breve ma presenta un tratto franato in cui bisogna prestare molta attenzione. Il percorso presenta uno sviluppo totale di 12 chilometri circa

Data di ascesa: settembre 2023

Annotazioni: è bene informarsi sui periodi di apertura dei rifugi. Dai Prati di Croda Rossa è possibile scendere ai Bagni di Moso in cabinovia e poi tornare al Passo Monte Croce in autobus; è bene informarsi, in questo caso anche sugli orari dell’autobus ed i periodi di apertura di cabinovia. È possibile evitare la salita in vetta rimanendo sul sentiero 15 al bivio col sentiero 15B od anche percorrere in salita e discesa il sentiero 18.
Dal Passo Monte Croce partono anche diversi altri itinerari come quello per il Monte Covolo/Seikofel e la Malga Nemes Alm e l’ascesa alla Croda Sora i Colesei (QUI la “pillola” sul percorso per il Monte Covolo e la Malga Nemes e QUI quella sulla salita alla Croda Sora i Colesei).

Esperienza di Stefano: è bene scegliere una giornata con buona visibilità sia per questioni di sicurezza ed orientamento oltre che per godere dei bellissimi panorami; il percorso è di difficoltà tecnica moderata per esperti ma non va sottovalutato in diversi tratti, soprattutto nella breve deviazione verso la vetta e nel primo tratto di discesa.

Primo tratto di salita dal Passo Monte Croce di Comelico

Falesia di arrampicata e vie ferrate

Tratto nel bosco che passa anche nei pressi di vecchie strutture militari

Tratto a mezzacosta con saliscendi

Attraversamento di un tratto franato

Tratto in cui fare attenzione a seguire i segni

Salendo sul sentiero 15B

Tratto finale per la vetta (da fare con attenzione vista la parte franata)

In vetta

Viste dalla vetta

Primo tratto della discesa

Canalino ripido in discesa

Vista sulla Val di Sesto

Discesa verso i Prati di Croda Rossa

Prati di Croda Rossa

Rifugio Rudi

Lungo il primo tratto in saliscendi del sentiero 18

Discesa lungo la mulattiera

Baita con radura

Discesa verso il Passo Monte Croce

Breve tratto a lato strada tornando al Passo Monte Croce


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DISCLAIMER:

Chi volesse percorrere gli itinerari descritti è tenuto ad assumere le rituali informazioni necessarie per la sicurezza in loco o presso associazioni escursionistiche della zona, nonchè dotarsi di aggiornata carta topografica e della attrezzatura adatta. Per la difficoltà che presentano le escursioni vi invitiamo a farvi guidare solo ed esclusivamente da Guide esperte ed ufficialmente autorizzate dalle organizzazioni preposte alla certificazione delle stesse.

Le attività dell’alpinismo, arrampicata ed escursionismo sono pericolose se effettuate senza preparazione fisica, teorica e senza la adeguata attrezzatura, possono quindi creare danni a se stessi ed alle persone che condividono e sono coinvolte nell’attività.

Declino inoltre ogni responsabilità per gli eventuali errori, inesattezze ed indicazioni riportati nell’articolo e per gli eventuali danni ed incidenti da essi derivanti.

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Scopriamo QUI altre “pillole” sul turismo in Val Pusteria e le sue valli laterali

Santuario La Crusc/Santa Croce – Val Badia – inverno 2022 e estate 2023

Il Santuario di Santa Croce/La Crusc è una delle strutture religiose più ragguardevoli poste ad alta quota in Alto Adige/Südtirol; la chiesa è situata a 2045 metri di quota in Val Badia/Gadertal e si trova ai piedi del Sas dla Crusc nel gruppo dolomitico delle Conturines.

La struttura religiosa è raggiungibile sia tramite gli impianti di risalita La Crusc (con stazione a valle posta a Badia paese/Abtei) sia a piedi dal paese sia da Furnacia, frazione di La Valle/La Val/Wengen; accanto al santuario si trova anche il Rifugio La Crusc che propone cucina tipica (QUI la “pillola” sull’area La Crusc in estate, QUI quella sul comprensorio in inverno, QUI la “pillola” su Badia paese e QUI quella sul paese di La Valle).

Il santuario è stato consacrato già nel lontano 1484 ed ospita diverse reliquie di Santi oltre a suggestivi affreschi e statue; inoltre, in estate viene portata al santuario anche l’immagine di Cristo che porta la Croce.

La struttura, che è anche stata chiusa dal 1786 al 1839, è stata poi riconsacrata e ristrutturata grazie alla cura di molti abitanti del luogo particolarmente affezionati a questo luogo di culto; ancora oggi il santuario è meta di pellegrinaggi e funzioni religiose.

Tra esse troviamo, ad esempio, ad inizio estate la traslazione nel santuario dell’immagine di Cristo che porta la Croce, le celebrazioni per la festa di S. Anna il 26 luglio e la festa di S. Bartolomeo il 24 agosto e in autunno il successivo ritorno, dell’immagine di Cristo che porta la Croce, dal santuario alla chiesa parrocchiale di San Leonardo.

Santuario La Crusc

Interno del Santuario

Rifugio La Crusc

Impianti La Crusc

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La Crusc/Santa Croce – comprensorio estivo – Prati dell’Armentara – Val Badia – estate 2023

In Val Badia sono presenti diverse aree escursionistiche e sciistiche molto note ed amate; tra esse, nel paese di Badia/Abtei, si trova il comprensorio La Crusc/Santa Croce che può contare sulla seggiovia La Crusc 1 e la cabinovia La Crusc 2 (QUI la “pillola” su Badia paese).

Nei pressi della stazione a monte degli impanti, posta a circa 2000 metri di quota, si gode una vista dolomitica spettacolare sulle Conturines, l’altopiano Gardenaccia-Puez e la Marmolada si trovano il Santuario La Crusc ed il Rifugio La Crusc con cucina tipica; il santuario è già citato dal 1500 e risulta essere una delle strutture religiose più ragguardevoli poste ad alta quota (QUI la “pillola” sul Santuario La Crusc).

Inoltre, nell’area intermedia del comprensorio, posta all’arrivo della seggiovia e partenza della cabinovia, si trovano altri punti di ristoro come il Rifugio Nagler ed il Rifugio Lèe ed il Summer Park con giochi d’acqua per bambini e sentieri tematici per famiglie.

Il comprensorio è anche punto di partenza per escursioni di diverse difficoltà, si trovano, infatti, sia i percorsi su mulattiere forestali verso i Prati dell’Armentara sia le impegnative ascese al Sas dla Crusc e Cima Dieci.

In particoare I Prati dell’Armentara sono un luogo molto noto ed idilliaco con ampie distese pascolive con molti masi; i prati, dai quali si hanno anche meravigliose viste panoramiche, sono attraversati da diversi percorsi.

I Prati dell’Armentara possono, infatti, essere raggiunti sia in discesa (e successiva risalita al ritorno) dalla stazione a monte della cabinovia La Crusc, con 200 metri di dislivello in salita e discesa, sia da Furnacia (frazione del paese di La Val/La Valle/Wengen) con tracciato breve che poi può essere prolungato fino al Santuario e Rifugio La Crusc, con complessivi 350 metri di dislivello in salita e discesa e 8 chilometri di sviluppo tra andata e ritorno (QUI la “pillola” sul paese di La Valle).

Anche in inverno il comprensorio La Crusc offre diversi punti di interesse con di 6 chilometri di piste in area poco affollata e tra le più panoramiche delle Dolomiti; le piste, grazie a due seggiovie, sono anche collegate sci ai piedi all’area della Gardenaccia e a tutto il resto del comprensorio Alta Badia comprendente oltre 130 chilometri di piste da sci (QUI la “pillola” sul comprensorio La Crusc in inverno).

Inoltre, anche nella stagione invernale, con buone condizioni, è possibile raggiungere i Prati dell’Armentara su percorso solitamente battuto dal gatto delle nevi ammirando i dolci pendii della zona coperti di neve (QUI la “pillola” sul percorso invernale per i Prati dell’Armentara).

Comprensorio La Crusc

Seggiovia La Crusc 1

Area tra l’arrivo della seggiovia e la partenza della cabinovia

Rifugio Nagler

Cabinovia La Crusc 2

Santuario La Crusc

Vista sul Sas dla Crusc nel gruppo delle Conturines

Vista sulla Marmolada

Rifugio La Crusc

Lungo i percorsi sui Prati dell’Armentara

Installazioni moderne

Punti informativi

Vista sul Sas de Putia

Vista su Val Badia e cresta di confine

Vista sull’altipiano Puez-Gardenaccia

Scopriamo QUI altre “pillole” sulla Val Badia


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Le attività dell’alpinismo, arrampicata ed escursionismo sono pericolose se effettuate senza preparazione fisica, teorica e senza la adeguata attrezzatura, possono quindi creare danni a se stessi ed alle persone che condividono e sono coinvolte nell’attività.

Chi volesse percorrere gli itinerari descritti è tenuto ad assumere le rituali informazioni necessarie per la sicurezza in loco o presso associazioni escursionistiche della zona, nonchè dotarsi di aggiornata carta topografica e della attrezzatura adatta. Per la difficoltà che presentano le escursioni vi invitiamo a farvi guidare solo ed esclusivamente da Guide esperte ed ufficialmente autorizzate dalle organizzazioni preposte alla certificazione delle stesse.

Declino inoltre ogni responsabilità per gli eventuali errori, inesattezze ed indicazioni riportati nell’articolo e per gli eventuali danni ed incidenti da essi derivanti.

Malga Ora/Auerlegeralm – Passo Oclini/Joch Grimm – Val d’Ega – agosto 2023

La Malga Ora/Auerlegeralm, posta a 1870 metri di quota, e il Passo Oclini/Joch Grimm, situato a 1989 metri di altezza, si trovano nella zona confine tra la sudtirolese Val d’Ega/Eggental e la trentina Val di Fiemme; questi luoghi giacciono, nell’area del gruppo montoso del Latemar, in posizione bucolica con bellissima vista sul Corno Bianco/Weißhorn, Corno Nero/Schwarzhorn.

Sia la malga che il passo possono essere raggiunti anche in macchina, è però possibile percorrere anche un bel percorso che parte dal Passo Lavazè, raggiungibile in macchina dai pressi di Nova Ponente/Deutschnofen, Ega/Eggen ed Obereggen in Val d’Ega e Cavalese in Val di Fiemme (QUI la “pillola” sul Passo di Lavazè e il Passo Oclini, QUI quella su Nova Ponente, QUI la “pillola” su Ega e QUI quella su Obereggen).

Il percorso a piedi presenta circa 100 metri di dislivello in salita e discesa con 6 chilometri di sviluppo tra andata e ritorno per la Malga Ora; il sentiero da Malga Ora a Passo Oclini presenta 150 metri di dislivello in salita e discesa e 3 chilometri di sviluppo tra andata e ritorno.

L’escursione comincia, quindi, dal centro fondo nei pressi del Passo Lavazè seguendo le indicazioni per “Malga Ora-percorso di 3 km), si interseca, con attenzione, diverse volte la pista da skiroll e si prosegue poi nel bosco in leggero saliscendi su mulattiera sterrata.

Seguendo a tutti i bivi le indicazioni per Malga Ora si raggiunge l’area delle Torbiere di Lavazè risalendo poi un po’ più ripidamente, in breve, alla Malga Ora ove sono poste anche diverse strutture gioco e sono visibili animali quali alpaca, pecore e mucche; è bene, comunque, controllare i periodi di apertura della malga.

Dalla Malga Ora, seguendo il sentiero 2, è poi possibile, volendo, salire verso il Passo Oclini, il tracciato sale su largo sentiero terroso e ghiaioso nel bosco, in pendenza moderata, raggiungendo, quindi, il Passo Oclini ove sono presenti anche due strutture alberghiere.

Il Passo Oclini è, inoltre, anche punto di partenza per le salite alle cime del Corno Bianco/Weisshorn e del Corno Nero/Schwarzhorn (QUI la “pillola” sull’itinerario per il Corno Bianco e QUI quella sul percorso per il Corno Nero).

Al Passo Lavazè

  Primo tratto di percorso per Malga Ora

Torbiere di Lavazè

Ultimo tratto di salita a Malga Ora

Malga Ora

Salendo al Passo Oclini

Al Passo Oclini

Vista sul Corno Bianco

Vista sul Corno Nero

Scopriamo QUI altre “pillole” sulla Val d’Ega e il Monte Corno


Cliccare sull’immagine per visualizzare il parcheggio nei pressi del centro fondo del Passo Lavazè su Google Maps

DISCLAIMER:

Le attività dell’alpinismo, arrampicata ed escursionismo sono pericolose se effettuate senza preparazione fisica, teorica e senza la adeguata attrezzatura, possono quindi creare danni a se stessi ed alle persone che condividono e sono coinvolte nell’attività.

Chi volesse percorrere gli itinerari descritti è tenuto ad assumere le rituali informazioni necessarie per la sicurezza in loco o presso associazioni escursionistiche della zona, nonchè dotarsi di aggiornata carta topografica e della attrezzatura adatta.

Per la difficoltà che presentano le escursioni vi invitiamo a farvi guidare solo ed esclusivamente da Guide esperte ed ufficialmente autorizzate dalle organizzazioni preposte alla certificazione delle stesse.

Declino inoltre ogni responsabilità per gli eventuali errori, inesattezze ed indicazioni riportati nell’articolo e per gli eventuali danni ed incidenti da essi derivanti.

Piz da Lech Dlacè (3009 m) – Ferrata Vallon – Rifugio Franz Kostner (2500 m) – Dolomiti – agosto 2023

Il Piz da Lech Dlacè, vetta di 3009 metri di quota, è posizionato nel gruppo dolomitico del Sella ed è raggiunto solitamente lungo il sentiero che porta alla Cresta Strenta ed al Piz Boè; viene qui descritto un percorso più insolito che ha come meta la vetta del Piz da Lech Dlacè salendo dalla Ferrata Vallon con discesa poi al Rifugio Franz Kostner con il sentiero attrezzato Lichtenfels.

Il percorso, che offre panorami amplissimi su molti gruppi dolomitici, parte dalla stazione a monte della seggiovia Vallon, a sua volta raggiunta con la cabinovia Boè da Corvara in Alta Val Badia; il tracciato presenta sviluppo e dislivello moderati ma richiede esperienza su vie ferrate e, in generale, passo sicuro su terreno sassoso e su alcuni saltini di roccia non attrezzati, presenti anche lungo la discesa (QUI la “pillola” su Corvara e Colfosco).

La Ferrata Vallon presenta un attrezzatura con cavo piuttosto lasco ed alcuni fittoni saltati; durante la sua percorrenza va valutato, quindi, bene come procedere nei vari punti; nel tratto successivo dalla fine della ferrata verso la vetta sono presenti segnavia a tratti sbiaditi e va, quindi, cercata bene la traccia di salita.
Il percorso di discesa è, invece, segnalato in maniera più evidente.

Il percorso comincia dalla stazione a monte della seggiovia Vallon (2537 m, stazione a valle di cabinovia Boè e successiva seggiovia Vallon a Corvara); si seguono le indicazioni per il Piz da Lech e la Roda de Valun raggiungendo su traccia sassosa in saliscendi, in breve, il bivio tra via Piz da Lech e Roda de Valun.
Si prende a sinistra la traccia Roda de Valun, procedendo su traccia sassosa in moderata salita, fino ad incontrare un grosso masso con indicazione sbiadita “Piz Boè – Via Ferrata”; seguendo a destra la traccia con bolli rossi e blu (a tratti un po’ sbiaditi) si sale ripidamente su fondo sassoso fino all’attacco della ferrata.

La ferrata sale, con cavo spesso lasco ed anche alcuni fittoni saltati, alternando paretine gradinati a traversi (rimanendo su difficoltà moderate per esperti di questi percorsi) fino a giungere ad un ponticello sospeso (a sinistra si vedono vecchie attrezzature del precedente tracciato della ferrata).
Superato il ponticello dondolante, con vista sulla cascatella alla sua sinistra) si sale su una paretina più verticale (più esposta e con alcuni passaggi più tecnici seppur con discreta presenza di appigli) fino a giungere, in breve, alla fine della Ferrata Vallon (2750 m circa, 1.30 ore dalla partenza).

Dal termine della ferrata si seguono i bolli rossi (a tratti sbiaditi, attenzione a non perdere la traccia) salendo, con vista anche su due piccoli laghetti, su fondo sassoso ed anche su alcuni saltini di roccia non attrezzati.
La traccia porta, quindi, ad una sella e all’incrocio col sentiero Lichtenfels-672 proveniente da sinistra; seguendo in salita il sentiero 672 si superano alcuni saltini rocciosi (di cui l’ultimo attrezzato) giungendo, in breve, in vetta al Piz da Lech Dlacè (3009 m, 45 minuti dal termine della ferrata, 2.15 ore dalla partenza).

Tornati con prudenza sui saltini rocciosi si giunge, in breve, al bivio incontrato in salita tra il percorso proveniente dalla Ferrata Vallon ed il sentiero 672; si segue il sentiero 672 scendendo su traccia sassosa alternando tratti in tornanti ad alcuni saltini rocciosi fino ad una sella.
Seguendo sempre i segni del sentiero 672 si procede in breve saliscendi e poi su una cengia, a tratti un po’ esposta, scendendo poi ripidamente in tornanti su fondo sassoso fino a giungere ad un tratto attrezzato; seguendo il cavo si scende su salti rocciosi (abbastanza gradinati) fino a giungere ad un saltino finale non attrezzato.

Il sentiero procede, quindi, su traccia sassosa raggiungendo alcuni bivi; seguendo per il Rifugio Franz Kostner si segue il sentiero 638 che in saliscendi su fondo ghiaioso porta al Rifugio Franz Kostner (2500 m, 1.30 ore dalla vetta, 3.45 ore dalla partenza).

Dal Rifugio Franz Kostner si segue, quindi, il sentiero ghiaioso e terroso che prima in discesa, e poi in breve risalita, riporta alla stazione a monte della seggiovia Vallon, 15 minuti dal Rifugio Franz Kostner, 4.00 ore dalla partenza).

Percorso: stazione a monte seggiovia Vallon – ferrata Vallon – Piz da Lech Dlacè –sentiero attrezzato Lichtenfels – Rifugio Franz Kostner – stazione a monte seggiovia Vallon

Sentieri: Roda de Valun – Ferrata Vallon – traccia per il Piz da Lech Dlacè – 672-Lichtenfels – 638 – sentiero per seggiovia Vallon

Dislivello: 600 metri in salita e discesa considerati i diversi saliscendi

Tempo di percorrenza: 4.00 ore totali

Quota massima: 3009 m

Difficoltà: EEA – percorso con via ferrata Vallon non molto lunga e di difficoltà tecnica moderata per esperti di questi percorsi ma che presenta spesso cavo lasco ed alcuni fittoni saltati dovendo, quindi, valutare bene, i singoli passaggi; necessaria esperienza su questo tipo di itinerari. Anche la discesa presenta punti attrezzati e saltini rocciosi non attrezzati che richiedono attenzione ed assenza di vertigini. Il tratto di avvicinamento alla ferrata e quello da fine ferrata all’incrocio col sentiero 672 sono segnati con bolli a tratti sbiaditi e va fatta attenzione a non perdere la traccia. Necessari kit da ferrata e casco e tempo asciutto e buona visibilità

Data di ascesa: agosto 2023

Annotazioni: è bene informarsi sui periodi di apertura degli impianti di risalita e del Rifugio Franz Kostner; naturalmente è possibile evitare la via ferrata salendo e scendendo per  il sentiero Lichtenfels che, comunque, presenta alcuni tratti attrezzati che richiedono, in ogni caso, attenzione ed equipaggiamento adatto. Volendo dal Piz da Lech Dlacè è possibile proseguire sulla Cresta Strenta verso la vetta del Piz Boè con presenza di diversi tratti esposti a tratti attrezzati ed altri senza attrezzature.
Inoltre, la stazione a monte della seggiovia Vallon è anche punto di partenza per la via ferrata e la via normale al Piz da Lech de Boè (QUI la “pillola” su questi itinerari).

Esperienza di Stefano: è bene scegliere una giornata con buona visibilità sia per questioni di sicurezza ed orientamento oltre che per godere dei bellissimi panorami; con più persone lungo la ferrata è bene fare attenzione, in alcuni punti, alla possibile caduti di sassi. La ferrata presenta una lunghezza e dislivello moderati ma presenta, come detto, strutture non in perfetto stato che richiedono molta attenzione nel valutare lo stato del cavo e come e quanto farci affidamento (cavo a tratti lasco e alcuni fittoni saltati).

Cabinovia Boè

Seggiovia Vallon

Tratto verso il bivio tra Roda de Valun e Piz da lech de Boè

Sul percorso Roda de Valun

Deviazione verso la Ferrata Vallon

Salendo all’attacco della ferrata

Lungo la Ferrata Vallon

Lungo la salita verso l’incrocio col sentiero 672

Incrocio col sentiero 672

Salendo al Piz da Lech Dlacè

In vetta al Piz da Lech Dlacè con il Piz Boè sullo sfondo

Panorami di vetta

In vetta al Piz da Lech Dlacè

In discesa sul sentiero 672-Lichtenfels

Verso il Rifugio Franz Kostner

Rifugio Franz Kostner

Tornando alla stazione a monte della seggiovia Vallon


Cliccare sull’immagine per visualizzare la Cabinovia Boè di Corvara su Google Maps


DISCLAIMER:

Le attività dell’alpinismo, arrampicata ed escursionismo sono pericolose se effettuate senza preparazione fisica, teorica e senza la adeguata attrezzatura, possono quindi creare danni a se stessi ed alle persone che condividono e sono coinvolte nell’attività.

Chi volesse percorrere gli itinerari descritti è tenuto ad assumere le rituali informazioni necessarie per la sicurezza in loco o presso associazioni escursionistiche della zona, nonchè dotarsi di aggiornata carta topografica e della attrezzatura adatta.

Per la difficoltà che presentano le escursioni vi invitiamo a farvi guidare solo ed esclusivamente da Guide esperte ed ufficialmente autorizzate dalle organizzazioni preposte alla certificazione delle stesse.

Declino inoltre ogni responsabilità per gli eventuali errori, inesattezze ed indicazioni riportati nell’articolo e per gli eventuali danni ed incidenti da essi derivanti.

Scopriamo QUI altre “pillole” sulle cime delle Dolomiti e delle Alpi Carniche

Scopriamo QUI altre “pillole” sul turismo in Val Badia

Forcella Sassolungo/Langkofel Schwaige – Rifugio Toni Demetz (2685 m) – Ferrata Furcela de Saslonch – Dolomiti – agosto 2023

La Forcella Sassolungo/Langkofel Schwaige ed il Rifugio Toni Demetz sono situati a 2685 metri di quota nel gruppo dolomitico del Sassolungo/Langkofel; la forcella ed il rifugio sono raggiungibili sia in cabinovia che su sentiero e via ferrata partendo dai pressi del Passo Sella sul versante della Val Gardena/Gröden (QUI la “pillola” sul Passo Sella e QUI quella su Selva Gardena/Wolkenstein, paese dal quale si raggiunge il valico sul versante gardenese).

Il percorso descritto, che offre meravigliosi panorami su diversi gruppi dolomitici, sale inizialmente su sentiero e poi per la via ferrata “Furcela de Saslonch”; la ferrata, di recente costruzione, alterna passaggi impegnativi ad altri con difficoltà moderata portando alla Forcella Sassolungo ed al Rifugio Demetz.

La discesa avviene poi integralmente su sentiero; il percorso, nel suo complesso, presenta uno sviluppo e dislivello contenuti, la via ferrata richiede, però, esperienza su questo genere di tracciati ed equipaggiamento corretto.

La salita comincia dal parcheggio posto nei pressi della cabinovia Sassolungo sulla strada del Passo Sella sul versante gardenese poco prima del passo (2180 m, rifugi), si segue il sentiero numero 525 per il Rifugio Toni Demetz.
La traccia, sassosa ed erbos, sale inizialmente in moderata pendenza tra massi e radi prati, costeggiato un grosso masso la traccia sassosa sale più ripida in tornanti fino alla targa della ferrata Furcela de Saslonch; deviando a sinistra dal sentiero 525 si raggiunge, quindi, in breve, l’attacco della ferrata (2500 metri circa, 1.00 ora dalla partenza).

Si sale, seguendo il cavo, una prima paretina verticale ed una cengia stretta piuttosto esposta giungendo ad un’altra paretina e ad un tratto che traversa tra due cenge; si alternano adesso tratti più verticali (attrezzati con anche alcune staffe) ed altri più appoggiati giungendo ad un canalino e parete successiva ombreggiati.

Superato questo tratto un po’ esposto si giunge ad una piccola panchina con libro firme, la ferrata risale adesso su una crestina ed una parete (con diverse staffe)  di nuovo piuttosto verticale; alla destra si vede il Rifugio Toni Demetz ed una possibile via di fuga dalla ferrata (in parte attrezzata).

Continuando sulla ferrata si risalgono altre paretine attrezzate in parte con staffe e tratti meno difficoltosi giungendo ad un breve ponticello con cavo e particolari appoggi per i piedi; superata l’ultima breve paretina si giunge ad una selletta (2700 metri circa) dalle quale si scende sul versante opposto giungendo, in breve, alla fine delle attrezzature.

Seguendo la traccia sassosa si giunge, quindi, alla vicina Forcella Sassolungo ed al Rifugio Toni Demetz (2685 m, stazione a monte della cabinovia biposto Sassolungo,1.45 ore dall’attacco della ferrata, 2.45 ore dalla partenza).

In discesa si segue, quindi, il sentiero 525 per il Passo Sella, la traccia sassosa e ghiaiosa scende in tornanti, piuttosto ripidamente, portando alla targa della ferrata incontrata in salita; scendendo sul sentiero già noto si torna quindi al parcheggio (1.00 ora dalla Forcella del Sassolungo, 3.45 ore dalla partenza).

Percorso: Parcheggio cabinovia Sassolungo – Ferrata Furcela de Saslonch – Forcella del Sassolungo-Rifugio Toni Demetz – parcheggio cabinovia Sassolungo

Sentieri: 525 – Ferrata Furcela de Saslonch – 525

Dislivello: 550 metri in salita e discesa

Tempo di percorrenza: 3.45 ore totali (2.45 ore la salita, 1.00 ora la discesa)

Quota massima: 2700 m

Difficoltà: EEA – itinerario relativamente breve ma che presenta una via ferrata di media diffiicoltà per esperti questi percorsi con, comunque, presenza di diversi passaggi piuttosto verticali e/o esposti, necessari esperienza di ferrate, kit da ferrata e casco; sviluppo totale di circa 6 chilometri

Data di ascesa: agosto 2023

Annotazioni: è bene informarsi sui periodi di apertura del rifugio e della cabinovia (qualora la si volesse usare in discesa). Dalla Forcella del Sassolungo si dipartono anche i percorsi del giro intorno al Sassolungo e della ferrata Oskar Schuster che porta alla vetta del Sasso Piatto (QUI la “pillola” sul giro intorno al Sassolungo e QUI quella sulla ferrata Oskar Schuster al Sasso Piatto).
Il parcheggio nei pressi del Passo Sella e della cabinovia Sassolungo è anche punto di partenza della ferrata al Col Rodella e del Sentiero Friedrich August Weg che porta al Rifugio Sasso Piatto/Plattkofelhütte (QUI la “pillola” sulla ferrata Col Rodella e QUI quella sul Sentiero Friedrich August)

Esperienza di Stefano: è necessario scegliere una giornata asciutta e possibilmente con buona visibilità per godere dei bellissimi panorami; e bene partire presto al mattino per evitare di trovare i parcheggi occupati. Il percorso presenta un afflusso piuttosto elevato in alta stagione e va fatta attenzione, quindi, alle altre persone presenti sulla ferrata ed a possibili cadute di sassi

Alla partenza

Lungo il sentiero di salita

Targa di inzio ferrata

Lungo la prima parte della ferrata

Panca con libro firme

Tratto di salita con vista sul Rifugio Toni Demetz

Possibile via di fuga dalla ferrata

Seconda parte della ferrata

Breve discesa alla Forcella Sassolungo ed al Rifugio Toni Demetz

Cartelli informativi sulla ferrata

Rifugio Toni Demetz

Discesa verso il parcheggio


Cliccare sull’immagine per visualizzare il parcheggio nei pressi della cabinovia Sassolungo sotto il Passo Sella su Google Maps

DISCLAIMER:

Le attività dell’alpinismo, arrampicata ed escursionismo sono pericolose se effettuate senza preparazione fisica, teorica e senza la adeguata attrezzatura, possono quindi creare danni a se stessi ed alle persone che condividono e sono coinvolte nell’attività.

Chi volesse percorrere gli itinerari descritti è tenuto ad assumere le rituali informazioni necessarie per la sicurezza in loco o presso associazioni escursionistiche della zona, nonchè dotarsi di aggiornata carta topografica e della attrezzatura adatta.

Per la difficoltà che presentano le escursioni vi invitiamo a farvi guidare solo ed esclusivamente da Guide esperte ed ufficialmente autorizzate dalle organizzazioni preposte alla certificazione delle stesse.

Declino inoltre ogni responsabilità per gli eventuali errori, inesattezze ed indicazioni riportati nell’articolo e per gli eventuali danni ed incidenti da essi derivanti.

Scopriamo QUI altre “pillole” sulle cime delle Dolomiti e delle Alpi Carniche

Scopriamo QUI altre “pillole” sul turismo in Val Gardena e Alpe di Siusi



Sentiero Friedrich August Weg – Rifugio Sasso Piatto/Plattkofelhütte (2300 m) – Rifugio Sandro Pertini (2300 m) – Rifugio Friedrich August (2293 m) – Dolomiti – agosto 2023

Il Sentiero Friedrich August Weg è un tracciato, realizzato oltre 100 anni fa, che collega le notissime aree del Passo Sella-Col Rodella e dell’Alpe di Siusi/Seiseralm; la parte più nota e frequentata, qui descritta, parte poco sotto il valico (sul versante della Val Gardena/Gröden) toccando diversi rifugi fino a raggiungere il Rifugio Sasso Piatto/Plattkofelhütte a 2300 metri di quota (QUI la “pillola” sul Passo Sella e QUI quella su Selva Gardena/Wolkenstein, paese dal quale si raggiunge il valico sul versante gardenese).

Il percorso descritto si svolge, a cavallo tra Alto Adige/Südtirol e Trentino, ai piedi del gruppo Sassolungo-Sasso Piatto ed offre magnifiche visuali su molti gruppi dolomitici; il tracciato presenta un dislivello moderato, ma con continui saliscendi, ed uno sviluppo piuttosto lungo.

Il percorso comincia dal parcheggio posto nei pressi della cabinovia Sassolungo sulla strada del Passo Sella sul versante gardenese poco prima del passo (2180 m, rifugi); si segue la traccia con indicazioni per il Rifugio Salei ed altri rifugi incrociando in breve la mulattiera sterrata numero 557 che porta al Rifugio Valentini e, in breve, al Rifugio Salei (2222 m) ed alla Baita Miara (2270 m).
Dalla Baita Miara con breve salita su ripida mulattiera si giunge, quindi, alla Forcella Rodella (2313 m); dalla Forcella si segue sempre il sentiero 557 verso il Sentiero Friedrich August verso il Rifugio Sasso Piatto.

Su mulattiera sterrata si raggiunge in breve il Rifugio Fridrich August (2293 m) dal quale si diparte, poco più avanti, il sentiero Friedrich August Weg; il sentiero terroso e sassoso procede in discesa con anche diversi gradoni di legno portando ad attraversare un torrente con breve tratto fangoso.
Il percorso procede poi in continuo saliscendi in pendenza moderata (alternando tratti con traccia terrosa, ghiaiosa e sassosa) fino al Rifugio Sandro Pertini (2300 m, 1.30 ore dalla partenza).

Dal Rifugio Sandro Pertini si continua sul Sentiero Friedrich August verso il Rifugio Sasso Piatto; si procede dapprima in saliscendi e poi, più ripidamente, su salita su sentiero sassoso con alcuni gradoni di legno fino a giungere ad una sella a circa 2360 metri di quota.

Dalla sella si scende, in breve, su traccia terrosa e ghiaiosa raggiungendo il bivio tra Malga e Rifugio Sasso Piatto; continuando sul sentiero per il rifugio si procede in saliscendi, tra reti che delimitano i pascoli, giungendo, quindi, al Rifugio Sasso Piatto (2300 m, 45 minuti dal Rifugio Sandro Pertini, 2.15 ore dalla partenza).

Ritorno per lo stesso percorso con tantissimi saliscendi in 2.00 ore, 4.15 ore dalla partenza.

Percorso: Parcheggio cabinovia Sassolungo – Rifugio Salei – Baita Miara – Rifugio Friedrich August – Rifugio Sandro Pertini – Rifugio Sasso Piatto – Rifugio Sandro Pertini – Rifugio Friedrich August – Baita Miara – Rifugio Salei – parcheggio cabinovia Sassolungo

Sentieri: 557 – Sentiero Friedrich August Weg

Dislivello: 500 metri in salita e discesa considerati i tantissimi saliscendi

Tempo di percorrenza: 4.15 ore totali

Quota massima: 2360 m

Difficoltà: E – percorso di difficoltà tecnica moderata ma con presenza di alcuni passaggi un po’ ripidi ed un tratto fangoso nell’attraversamento del torrente; sviluppo totale lungo di circa 13 chilometri

Data di ascesa: agosto 2023

Annotazioni: è bene informarsi sui periodi di apertura dei rifugi. Dal Rifugio Sasso Piatto si diparte anche  la via normale di salita alla vetta del Sasso Piatto; sul sito è descritta in discesa con salita tramite la ferrata Oskar Schuster (QUI la “pillola” relativa a questo percorso). Dalla Forcella Rodella è possibile anche raggiungere il Col Rodella su mulattiera e/o via ferrata (QUI la “pillola” sull’anello con via ferrata e sentiero al Col Rodella).
Inoltre, dal parcheggio è possibile salire alla Forcella Sassolungo ed al Rifugio Toni Demetz tramite sentiero e la Ferrata Furcela de Saslonch (QUI la “pillola” su questo itinerario)

Esperienza di Stefano: è bene scegliere una giornata con buona visibilità per godere dei bellissimi panorami e partire presto al mattino per evitare di trovare i parcheggi occupati. Il percorso non è particolarmente difficile tecnicamente e presenta un dislivello moderato ma non va sottovalutato visti i continui saliscendi tra andata e ritorno per cui è bene dosare le forze lungo il percorso.

Vista sul gruppo del Sassolungo alla partenza

Salendo nel primo tratto

Vista sulla Marmolada

Rifugio Salei

Baita Miara

Salendo alla Forcella Rodella con il Col Rodella soprastante alla sinistra

Tratto ripido in arrivo alla Forcella Rodella

Verso il Rifugio Friedrich August

Rifugio Friedrich August

Pannelli informativi sul Sentiero Friedrich August

Vista sulla Val di Fassa

Verso il Rifugio Sandro Pertini

Rifugio Sandro Pertini

Vista sul Catinaccio/Rosengarten

Verso il Rifugio Sasso Piatto

Vista sulla sottostante Malga Sasso Piatto

In arrivo al Rifugio Sasso Piatto

Al Rifugio Sasso Piatto

Vista sul Sasso Piatto

Vista su Denti di Terrarossa e Sciliar


Cliccare sull’immagine per visualizzare il parcheggio nei pressi della cabinovia Sassolungo sotto il Passo Sella su Google Maps

DISCLAIMER:

Le attività dell’alpinismo, arrampicata ed escursionismo sono pericolose se effettuate senza preparazione fisica, teorica e senza la adeguata attrezzatura, possono quindi creare danni a se stessi ed alle persone che condividono e sono coinvolte nell’attività.

Chi volesse percorrere gli itinerari descritti è tenuto ad assumere le rituali informazioni necessarie per la sicurezza in loco o presso associazioni escursionistiche della zona, nonchè dotarsi di aggiornata carta topografica e della attrezzatura adatta.

Per la difficoltà che presentano le escursioni vi invitiamo a farvi guidare solo ed esclusivamente da Guide esperte ed ufficialmente autorizzate dalle organizzazioni preposte alla certificazione delle stesse.

Declino inoltre ogni responsabilità per gli eventuali errori, inesattezze ed indicazioni riportati nell’articolo e per gli eventuali danni ed incidenti da essi derivanti.

Scopriamo QUI altre “pillole” sulle cime delle Dolomiti e delle Alpi Carniche

Scopriamo QUI altre “pillole” sul turismo in Val Gardena e Alpe di Siusi



Piz da Lech de Boè (2911 m) – via ferrata e via normale – Dolomiti – agosto 2023

Il Piz da Lech de Boè, vetta di 2911 metri di quota, è posto nel gruppo dolomitico del Sella e si erge al margine nord-orientale del massiccio in posizione dominante sull’area di Corvara e Colfosco/Kolfuscgh in Alta Val Badia.

La vetta offre un panorama amplissimo su molti gruppi dolomitici e fin verso le Alpi di Zillertal e le Alpi Breonie/Stubaier Alpen e può essere raggiunta sia tramite via ferrata che via normale con breve tratto attrezzato; la partenza di entrambi gli itinerari si trova alla stazione a monte della seggiovia Vallon, raggiungibile da Corvara tramite la cabinovia Boè e, successivamente, la seggiovia (QUI la “pillola” su Corvara e Colfosco).

Viene qui descritto l’anello che sale per la via ferrata scendendo per la via normale; il percorso presenta un dislivello e sviluppo moderati ma la via ferrata presenta diversi passaggi impegnativi tecnicamente ed esposti che richiedono esperienza su questo genere di percorsi.

La salita comincia dalla stazione a monte della Seggiovia Vallon (2537 m, stazione a valle di cabinovia Boè e successiva seggiovia Vallon a Corvara); si seguono le indicazioni per la ferrata Piz da Lech raggiungendo su traccia sassosa in saliscendi, in breve, il bivio tra via ferrata e via normale.
Seguendo per la via ferrata si procede su traccia sassosa in moderata pendenza fino al vicino attacco della via ferrata sulle pareti del Piz da Lech de Boè (15 minuti dalla partenza).

La via ferrata comincia subito verticale con cavo posto lungo una paretina piuttosto povera di appigli nella parte iniziale, ci si porta quindi in traverso a sinistra risalendo poi un canalino e paretina verso destra.
Traversando si oltrepassa un prio tratto con appigli non molto abbondanti portandosi poi si un tratto più gradinato; la ferrata continua, attrezzata con solo cavo, alternando tratti più appoggiati ad altri più verticali con anche un paio di traversi piuttosto levigati.
Superati alcuni tratti impegnativi la ferrata porta su un tratto di collegamento con cavo usato come scorrimano portandosi, quindi, alla base di una alta parete; si rimonta quindi, la parete quasi verticale con due lunghe scale, l’uscita dalla seconda scala, pur presentando alcune staffe (di cui una a sinistra non visibile all’inizio) risulta impegnativo e richiede forza ed equilibrio.

Superate le scale la ferrata procede, quindi, su gradoni attrezzati e, superata una breve scala orizzontale che funge da ponte, procede su brevi paretine con difficoltà minori arrivando, in breve, al termine delle attrezzature di salita.
Seguendo un sentierino ghiaioso e sassoso a tornanti in moderata pendenza si sale quindi, facendo attenzione a seguire bolli rossi ed ometti, alla vetta del Piz da Lech de Boè (2911 m, croce, 1.45 ore dall’attacco della ferrata, 2.00 ore dalla partenza).

Dalla vetta si segue in discesa il sentiero 646 (non ci sono cartelli), facendo attenzione a seguire i segnavia si scende piuttosto ripidamente su traccia sassosa e ghiaiosa a tornanti; superato un breve canalino con fondo piuttosto instabile la traccia in tornanti porta quindi ad un tratto attrezzato (per cui è bene avere ancora il kit da ferrata).
I cavi scendono pittosto verticalmente ma con buoni appigli lungo gradoni rocciosi scendendo poi con steffe su una paretina verticale; seguendo la traccia erbosa si giunge, quindi, in breve ad un bivio.
Prendendo a destra il sentiero 646B verso la seggiovia Vallon si scende, con cavi un po’ laschi, lungo un canalino con fondo piuttosto franoso giungendo, in breve, al bivio incotrato in salita tra via ferrata e via normale.
Seguendo per la seggiovia Vallon si torna, quindi, in breve alla stazione a monte della seggiovia Vallon (1.15 ore dalla cima, 3.15 ore dalla partenza).

Percorso: stazione a monte seggiovia Vallon – ferrata Piz da Lech de Boè – Piz da Lech de Boè – via normale Piz da Lech de Boè – stazione a monte seggiovia Vallon

Sentieri: Ferrata Piz da Lech de Boè – 646 – 646B

Dislivello: 400 metri in salita e discesa considerati i brevi saliscendi iniziali

Tempo di percorrenza: 3.15 ore totali (2.00 ore la salita, 1.15 ore la discesa)

Quota massima: 2911 m

Difficoltà: EEA – percorso con via ferrata non molto lunga ma che presenta diversi passaggi impegnativi ed esposti e che richiede buona forma fisica ed esperienza su questo tipo di itinerari. Anche la via normale presenta due punti attrezzati che richiedono attenzione ed assenza di vertigini; necessari kit da ferrata e casco. Necessario tempo asciutto e buona visibilità

Data di ascesa: agosto 2023

Annotazioni: è bene informarsi sui periodi di apertura degli impianti di risalita; dalla stazione a monte della seggiovia Vallon si può, volendo, raggiungere in 20 minuti in saliscendi il Rifugio Franz Kostner.
Naturalmente è possibile evitare la via ferrata salendo e scendendo per la via normale che, comunque, presenta alcuni tratti attrezzati che richiedono, in ogni caso, attenzione, kit da ferrata e casco
Inoltre, la stazione a monte della seggiovia Vallon è anche punto di partenza della Ferrata Vallon con salita al Piz da Lech Dlacè (QUI la “pillola” su questo itinerario)

Esperienza di Stefano: è bene scegliere una giornata con buona visibilità sia per questioni di sicurezza ed orientamento oltre che per godere dei bellissimi panorami; con più persone lungo la ferrata è bene fare attenzione, in alcuni punti, alla possibile caduti di sassi. La ferrata presenta una lunghezza e dislivello moderati ma non va sottovalutata in quanto presenta diversi punti sicuramente impegnativi ed esposti.
Alcuni punti difficili presentano, tuttavia, alcuni appigli magari non visibili a prima vista; è bene studiare bene la progressione per poterli sfruttare ed evitare di affaticare eccessivamente le braccia

Lungo la cabinovia Boè

Lungo la Seggiovia Vallon

Marmolada e Rifugio Franz Kostner visti salendo in seggiovia

Alla stazione a monte della seggiovia

Verso il bivio tra via ferrata e via normale

Bivio tra via ferrata e via normale

Verso l’attacco della via ferrata

Lungo la via ferrata

Salendo su traccia sassosa alla vetta del Piz da Lech de Boè  

In vetta al Piz da Lech de Boè

Panorami dalla vetta

Scendendo lungo la via normale

Tratto attrezzato in discesa

Scendendo lungo il canalino in parte attrezzato verso la seggiovia Vallon sul sentiero 646B


Cliccare sull’immagine per visualizzare la Cabinovia Boè di Corvara su Google Maps


DISCLAIMER:

Le attività dell’alpinismo, arrampicata ed escursionismo sono pericolose se effettuate senza preparazione fisica, teorica e senza la adeguata attrezzatura, possono quindi creare danni a se stessi ed alle persone che condividono e sono coinvolte nell’attività.

Chi volesse percorrere gli itinerari descritti è tenuto ad assumere le rituali informazioni necessarie per la sicurezza in loco o presso associazioni escursionistiche della zona, nonchè dotarsi di aggiornata carta topografica e della attrezzatura adatta.

Per la difficoltà che presentano le escursioni vi invitiamo a farvi guidare solo ed esclusivamente da Guide esperte ed ufficialmente autorizzate dalle organizzazioni preposte alla certificazione delle stesse.

Declino inoltre ogni responsabilità per gli eventuali errori, inesattezze ed indicazioni riportati nell’articolo e per gli eventuali danni ed incidenti da essi derivanti.

Scopriamo QUI altre “pillole” sulle cime delle Dolomiti e delle Alpi Carniche

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